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Balzo avanti degli affitti nel II trim 2019: +4,5%. Scopri i canoni nella tua città

Balzo avanti degli affitti nel II trim 2019: +4,5%. Scopri i canoni nella tua città

Aumenti record dei prezzi degli affitti in Italia nel secondo trimestre.  A dirlo è l’ultimo indice dei prezzi che ha rilevato un incremento dei canoni pari al 4,5%, a una media di 9,6 euro/m2.  Negli ultimi 12 mesi gli affitti nel nostro Paese sono aumentati sensibilmente del 5,5%.
Secondo il responsabile dell’ufficio studi Italia: “I canoni di locazione stanno crescendo un po’ ovunque più dei prezzi delle case. La domanda in affitto è in forte aumento rispetto all’offerta disponibile. Per i giovani (under 35) la soluzione della locazione risulta essere la preferita, vuoi per mancanza di fondi per accedere all’acquisto, vuoi per la volontà di evitare vincoli se il lavoro e le condizioni di vita non sono stabili. I proprietari chiedono spesso aumenti sostanziosi nelle località dove le locazioni di stagione sottraggono case al mercato e questo determina una certa volatilità dei prezzi in alcune zone della Penisola”.
Regioni
Il secondo trimestre del 2019 si è chiuso in terreno positivo in tutte delle regioni italiane, fatta eccezione per la Campania che perde lo 0,4%. A trainare i forti incrementi delle locazioni sono prima fra tutte la Basilicata (12,5%), seguita a ruota dal Molise (12%), Valle d’Aosta (11,6%) ed Emilia-Romagna (11,2%).
Parlando di prezzi, la Lombardia è la regione più cara con 13,4 euro al metro quadro mensili, davanti a Lazio (11,6 euro/m2) e Toscana (11 euro/m2). Dall’altro lato i prezzi di richiesta più bassi si trovano in Calabria con 5,6 euro e nel Molise, con 5,7 euro metro quadro.
Province
A livello di aree provinciali c’è una netta prevalenza di segni positivi, che interessano 91 delle 109 province monitorate. Pisa e Brescia sono rimaste invariate. Dopo i mesi primaverili si notano fluttuazioni marcate in particolare nelle zone più sensibili alle locazioni stagionali, Rimini (44,2%), Venezia (27,3%), ma anche in provincia di Matera (19%) e Brindisi (17,1%). All’estremo opposto i ribassi più significativi del trimestre si sono registrati a Belluno (-9,6%), Enna (-6,9%) e Caserta (-6,4%).
Con una richiesta media di 17,2 euro mensili, la provincia di Milano è nettamente l’area provinciale più cara d’Italia per quanto riguarda gli affitti. Seguono poi sul podio Rimini (14,9 euro/m2) Ravenna (14,1 euro/m2) e Venezia (14 euro/m2). Nella parte bassa del ranking si confermano fanalino di coda le province siciliane di Enna e Caltanissetta (4,1 euro/m2).
Capoluoghi
Dei capoluoghi analizzati aumenti a due cifre spettano a Bolzano (14%), Prato (13,4%), Reggio Emilia (11,5%) e Pavia (10,9%). All’opposto, Enna (-13,4%), Cosenza (-13%) e Caserta (-9,9%) segnano i cali maggiori.
Osservando i grandi mercati cittadini, Bari (4%) guida il trend rialzista davanti a Cagliari (2,7%), Genova (2,5%) e Bologna (1,7%). I mesi primaverili segnano leggeri progressi Milano (1%), mentre Roma e Torino rimangono stabili. Marcia indietro invece per Firenze (-3%) e Napoli (-3,5%), ma in generale i maggiori centri italiani la volatilità è molto più ridotta.
Milano si conferma la piazza più cara, con un prezzo di locazione pari a 19 euro di media mensili. Alle sue spalle Venezia (15,9 euro/m²) e Firenze (15,5 euro/m²) precedono Roma (13,2 euro/m²). I canoni più bassi d’Italia si trovano a Enna e Caltanissetta dove per l’affitto bastano 4,1 euro al metro quadro mensili.
L’indice dei valori immobiliari *
A partire dal rapporto relativo al primo trimestre del 2019, abbiamo aggiornato la metodologia per l’elaborazione del nostro indice dei prezzi. Dopo l’integrazione, un’apposita divisione specializzata nella nella gestione di grandi volumi di informazioni e nel data modeling, è state introdotta una nuova metodologia di calcolo che rende la nostra analisi dell’evoluzione dei prezzi, specialmente in aree di piccole dimensioni, ancora più robusta che in passato. Per evitare salti nella nostra serie, i dati dal 2007 sono stati ricalcolati con la nuova metodologia.
Su raccomandazione del team statistico, aggiorniamo la formula per indicare il prezzo medio con maggiore certezza: oltre a eliminare gli annunci atipici e con i prezzi fuori mercato, calcoliamo il valore mediano invece del valore medio. Con questo cambiamento, oltre ad affinare ulteriormente il nostro indice rendendolo più rispondente alla realtà del mercato, omologhiamo la nostra metodologia con quelle applicate in altri Paesi per ottenere dati immobiliari.
Ora includiamo la tipologia di case unifamiliari (viletta o chalet) e scartiamo immobili di qualsiasi tipo che sono stati nel nostro database per molto tempo senza ottenere interazioni utente.
Il rapporto è sempre basato sui prezzi di offerta pubblicati dagli inserzionisti.